Mi vien da ridere e alcune volte mi piacerebbe tanto controbattere alcuni post in cui leggo di apicoltori che si vantano di fare nomadismo perché nelle calde e aride giornate della nostra zona in particolare il Salento, le api soffrono il nostro clima arido e secco e quindi giustificano le pratiche nomadistiche come pratica indispensabile la quale giova un notevole benessere alle api... A voi che scrivete questo, vorrei chiedervi invece:
Perché portare le api a distanze così notevoli rispetto al loro areale dove vivono abitualmente? Le nostre api, producono sempre in eccesso rispetto a quello che serve veramente alla sopravvivenza dell'alveare... Basterebbe 10 - 15 kg di miele all'anno, quindi che senso ha fare tanto miele se a loro ne serve così poco per sopravvivere? Mettere su cammion tante arnie, chiuderle per ore e ore e sballottarle qua e là secondo voi é una cosa naturale e gradevole per le api? Avete mai sentito parlare di ecotipi locali di ape e inquinamento genetico? Io penso invece che il senso di portare le api lontano e lontano kilometri e kilometri, nasconda solo la voglia sfrenata dell'apicoltore di fare sempre più miele monoflora per la vendita. A voi consumatori, dico evitate di comprare mieli monoflora ma acquistate solo millefiori locali dal vostro apicoltore di zona, anche perché é l'unico che giova benefici alla salute dell'uomo.
Vi posso garantire che un miele millefiori fatto seguendo la normativa biologica, é un prodotto che non ha nulla da invidiare ai tanti mieli monoflora presenti sul mercato. Se siete in zona, chiamatemi, sarò lieto di farvi assaggiare in modo gratuito il vero miele.
Solo così possiamo contribuire nel nostro piccolo a dare un aiuto alla biodiversità.